Di che si tratta?
Il virus dell’epatite C (HCV), causa dell’epatite C, è un virus a RNA appartenente al genere Hepacivirus della famiglia Flaviviridae.
Nell’ambito di questa specie sono stati identificati 6 genotipi principali.
Inizialmente la diagnosi presuntiva di virus dell’epatite C (classificato nella categoria dei virus epatotropi “non-A non-B”) veniva fatta basandosi sull’esclusione delle infezioni da HAV, HBV, HDV, HEV, Citomegalovirus (CMV) e Epstein-Barr virus (EBV). Dal 1990 è stato identificato HCV e definiti gli aspetti epidemiologici e clinici dell’infezione da HCV.
A causa della presenza di un gran numero di forme asintomatiche si può solo fare una stima (circa 140 milioni) del numero di persone nel mondo affette da infezione da HCV. L’infezione è distribuita in maniera ubiquitaria ma con percentuali di prevalenza estremamente variabili: in Egitto è del 20% mentre in Europa è dell’1-2%.
Il genotipo universalmente più frequente è il genotipo 1 (distinto nei sottotipi 1a e 1b): in Europa e Stati Uniti causa il 70% delle infezioni, mentre tra gli afro-americani addirittura il 90% dei casi diagnosticati.
L’epatite C nella fase acuta si manifesta con sintomi generici “simil-influenzali” che si sviluppano tra i due e i tre mesi dall'infezione quando vi è il picco delle transaminasi ALT e AST. L’infezione acuta può risolversi spontaneamente, ma nel 70% circa dei casi circa cronicizza (persistenza dell’infezione oltre i 6 mesi) causando nel lungo periodo (20-30 anni) danni a carico del fegato con evoluzione in cirrosi e scompenso epatico e aumentato rischio di sviluppo di tumore epatico (HCC).
Come si contrae?
Il virus dell’epatite C si contrae attraverso scambi di sangue con persone infette (trasmissione parenterale). Le trasfusioni di sangue infetto erano la principale via di trasmissione negli anni ’70, ma grazie all’introduzione di test genetici di screening dei donatori la frequenza di tale tipo di trasmissione si è via via ridotta e, nella nostra realtà, annullata.
Oggi le principali popolazioni a maggior rischio di contagio sono i tossicodipendenti per via endovenosa e gli operatori sanitari. La via di trasmissione sessuale risulta scarsamente efficace ed è stimata intorno al 5%, ma il rischio è più elevato nei soggetti omosessuali maschili HIV positivi. La trasmissione dalla madre al feto è rara e l’allattamento al seno non aumenta il rischio di infezione del neonato; anche la trasmissione tra familiari è rara.
Come si fa la diagnosi?
L’infezione da HCV si diagnostica tramite test immuno-enzimatici che prevedono la rilevazione nel sangue degli anticorpi anti-HCV (HCV-Ab) e, in caso di positività, vanno approfonditi con test genetici per il rilievo di HCV-RNA. Questo risulta essere un indicatore sensibile di infezione attiva, rilevabile già pochi giorni dopo l’infezione, anche prima della comparsa degli anticorpi, che si verifica tra le 4 e 8 settimane dopo l’esposizione (periodo finestra).
C'è una cura?
L’epatite C cronica attualmente è curabile. La terapia prevedeva l’impiego di interferone e ribavirina con modesti risultati, ma dal 2015 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato l’impiego di innovativi farmaci antivirali ad azione diretta, attivi su diverse fasi del ciclo vitale dell’HCV. Con questi regimi farmacologici, ben tollerati e di breve durata (8-12 settimane), i tassi di guarigione sono superiori al 90% dei pazienti trattati.
Come si previene?
La profilassi post-esposizione con immunoglobuline è inefficace per cui non è raccomandata.
Poiché l’infezione non lascia immunità protettiva e a causa dell’elevato tasso di mutazioni cui va incontro il virus C dell’epatite, ad oggi non si dispone di un vaccino efficace, per cui le uniche misure per prevenire l’infezione da HCV si basano essenzialmente su modifiche del comportamento e su precauzioni per limitare il rischio di esposizione al sangue infetto e quindi all’agente virale.
Farmaci
FARMACI ANTI HCV
Grazie alla terapia farmacologica antivirale, a differenza delle infezioni da HBV ed HIV, è possibile guarire dall’infezione da HCV. L’eradicazione del virus si ha quando l’HCV-RNA non è più rilevabile 24 settimane dopo la fine della terapia (Sustained Virologic Response, SVR).
Il trattamento con interferon peghilato (Peg-IFN) più ribavirina (RBV) fino a pochi anni fa era lo standard of care per la terapia di soggetti con sola infezione da HCV o con confezione HIV/HCV, ma a partire dal 2011 il trattamento per l’eradicazione della infezione da HCV ha avuto una svolta epocale grazie alla notevole accelerata nel campo della ricerca. Nascono così i “Direct-Acting Antivirals” (DAAs) che sono farmaci studiati per colpire specificatamente le proteine virali dell’HCV e che non prevedono più l’utilizzo dell’interferone.
Di seguito un breve commento ai nuovi farmaci:
Inibitori della proteasi
Sono farmaci che bloccano la proteasi virali, un enzima virale indispensabile per la corretta maturazione di tutte le proteine virali indispensabili per la formazione di nuovi virus.
Prima generazione |
Telaprevir (INVICIO)
Boceprevir (VICTRELIS)
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utilizzati in associazione a Peg-INF/RBV; non risolveva le problematiche delle numerose reazioni avverse correlate all’uso dell’IFN ed inoltre gli schemi e le complicate necessità di monitoraggio inficiavano la compliance del paziente. Per tali motivi, i trattamenti con questi PI, nell’arco di due anni, sono stati abbandonati grazie all’avvento di inibitori della polimerasi nucleosidici |
Prima Generazione (seconda ondata) |
Simeprevir (OLYSIO)
Paritaprevir/ritonavir (VIEKIRAX con ombitasvir)
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Sono farmaci con una buona potenza, ma il virus facilmente sviluppa resistenza (bassa barriera genetica) a tale tipo di farmaci i quali di conseguenza risultano inefficaci; inoltre l’uso è consigliato solo nei genotipo 1 e 4.
Il paritaprevir è in associazione con ritonavir e ombitasvir in un'unica compressa il cui nome commerciale è VIEKIRAX ed è una terapia completa
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Seconda Generazione |
Grazoprevir |
È un inibitore della proteasi NS3/4A
Ha un’ottima potenza e alta barriera genetica.
L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel maggio 2015 ha avviato una procedura accelerata per l’immissione in commercio in associazione all’elbasvir.
La combinazione grazoprevir/elbasvir (100 mg/50 mg) è una terapia sperimentale che contiene grazoprevir ed elbasvir in un’unica compressa da assumere una volta al giorno per il trattamento dei pazienti adulti con epatite C cronica, genotipi (GT) 1, 3, 4 o 6.
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Inibitori NS5A
La proteina non strutturale NS5A svolge un ruolo molto importante nel regolare l’attività della polimerasi virale, un complesso enzimatico indispensabile per la formazione dei nuovi virus. Bloccare tale proteina vuol dire, quindi, impedire la replicazione virale.
Principio Attivo |
Nome Commerciale |
Daclatasvir |
Daklinza |
Principio Attivo
Daclatasvir (DAKLINZA)
Ledipasvir (HARVONI con sofosbuvir)
Ombitasvir (VIEKIRAX con paritaprevir/r)
Elbasvir
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Hanno un’ottima potenza e alta barriera genetica.
Il ledipasvir è associato al sofosbuvir in un’unica formulazione: HARVONI ed è una terapia completa
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Inibitori non nucleosdico della polimerasi
La polimerasi è l’enzima chiave nella replicazione virale, inibire tale proteina significa impedire la sintesi di tutte le proteine virali per l’assemblaggio dei nuovi virus.
Dasabuvir (EXVIERA) |
Ha una buona potenza e bassa barriera genetica.
Si usa in associazione a VIEKIRAX come terapia completa.
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Inibitore nucleotidico della proteina NS5B
La proteina NS5B fa parte del complesso enzimatico della polimerasi; inibire tale proteina significa bloccare l’attività della polimerasi virale.
Principio Attivo |
Nome Commerciale |
Sofosbuvir |
Sovaldi |
Sofosbuvir (SOVALDI) |
Ha un’ottima potenza e alta barriera genetica. |
- OLYSIO (simeprevir): Scheda tecnica
- VIEKIRAX (Paritaprevir/r + Ombitasvir): Scheda tecnica
- DAKLINZA (daclatasvir): Scheda tecnica
- HARVONI (ledipasvir + sofosbuvir): Scheda tecnica
- EXVIERA (dasabuvir): Scheda tecnica
- SOVALDI (sofosbuvir): Scheda tecnica
Poster Farmaci HCV
Linee guida
Linee-guida-AISF-epatiteC
EASL-practiceguidelinesHCV
Links utili
- www.agenziafarmaco.gov.it
- www.epac.it
- www.easl.eu
- www.aasld.org
- www.notiziariochimicofarmaceutico.it