La sepsi è una patologia ancora poco nota eppure sono oltre 26 milioni gli individui colpiti in tutto il mondo; in Europa si verificano circa 400 casi di sepsi su
100.000 abitanti ogni anno, con un'incidenza che supera quella dell'infarto del miocardio e dei tumori. Dati allarmanti sono anche in Italia dove si stima che ci siano 60.000 morti all'anno per sepsi.
Il 13 settembre di ogni anno ricorre la “Giornata mondiale della sepsi”, un’iniziativa nata con l'obiettivo d'informare i cittadini sui rischi di una patologia che, per il momento, appare ancora poco conosciuta.
La patologia può colpire chiunque, ma soprattutto le persone con ridotte difese immunitarie, gli anziani e i bambini. È importante la prevenzione con adeguati programmi di controllo delle infezioni negli ospedali. L'igiene delle mani è fondamentale e rappresenta il fattore più importante per ridurre il rischio di contrarre la malattia nelle strutture sanitarie. Inoltre, almeno il 20% dei casi di sepsi può essere evitata attraverso il rigoroso rispetto delle norme igieniche.
Se si manifesta, è opportuno combatterla attraverso una diagnosi precoce e un'adeguata terapia antibiotica. "Il precoce riconoscimento e il trattamento immediato – spiega Massimo Antonelli, Presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) -, sono i capisaldi del successo contro questa patologia''.
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